SICUREZZA GENITORI INSEGNANTI

FAccIamoSCUOLA

Ogni insegnante sa già quanto le nuove tecnologie sono entrate nella vita quotidiana dei ragazzi. Anche alle “medie” quasi tutti possiedono un telefonino con cui si scambiano messaggi o uno smartphone, che consente loro di navigare in rete. Anche il computer, a casa, spesso è già ad uso personale dello studente. Questi nuovi strumenti tecnologici rispondono a precise esigenze dei ragazzi che la nuova società ha “imposto” come modello culturale. Infatti per loro l’utilizzo di questi strumenti non è finalizzato solo al puro divertimento o peggio al “perdere tempo” ma è diventato un modo per comunicare con gli altri, per apprendere, per costruire la propria identità sociale, per instaurare relazioni sentimentali, costruire amicizie, sperimentare la propria sessualità. Questo, che ci piaccia o no, è quanto risulta da recenti studi sui ragazzi.

Infatti i giovani sulla rete:

1. Vivono il loro mondo affettivo: e questo è un aspetto chiave del successo della Rete. Online coltivano amicizie, le approfondiscono, ne stringono di nuove. Il fatto di non vedersi o sentirsi direttamente, abbassa timidezze e inibizioni, per cui raggiungono spesso livelli di confidenza maggiori rispetto ai rapporti dal vivo, soddisfacendo quel bisogno di intimità e di confronto affettivo che emerge così forte alla loro età. Una situazione che può portare a idealizzazione e seduttività, ma anche a un maggiore senso di libertà, per sperimentare se stessi e costruirsi una propria immagine.

2. Manifestano la loro curiosità: tramite i motori di ricerca, saltando di sito in sito, o anche comunicando con persone esperte in un certo settore. Lo facciamo anche noi adulti, ma per i ragazzi il bisogno di esplorare, raccogliere informazioni, è ancora più grande e istintivo. Spazia a 360 gradi, toccando anche tematiche assai intime, come l’amore, la sessualità, la salute. Nel bene e nel male, Internet è un archivio di informazioni infinite che li aiuta a conoscere, li fa crescere cognitivamente, stimola i loro interessi.

3. Si preparano al futuro: questi ragazzi sono “nativi digitali“: ovvero nascono e crescono con Internet e cellulari, e il loro livello di alfabetizzazione alla tecnologia può essere superiore a quello degli insegnanti e a quello dei loro genitori. Questa differenza li fa sentire più “uniti”, più appartenenti a un gruppo di pari, aumentando così quella distanza “fisiologica” dal mondo degli adulti che è già presente in questa fase della crescita. Ma non è solo questo. Crescendo con la tecnologia, interiorizzano nuovi modi di stare insieme agli altri, lavorare, relazionarsi alla realtà circostante. E si preparano per un contesto futuro che avrà regole e strumenti di comunicazione diversi da quelli usati dagli adulti oggi. Un mondo dove saranno loro i protagonisti.

4. Sperimentano valori e ruoli sociali: Internet è uno spazio di confronto e partecipazione sociale, dove i ragazzi incontrano altre persone, si uniscono in gruppi d’appartenenza, gestiscono rapporti, imparano modi di relazionarsi. A differenza degli spazi “reali” della loro quotidianità, qui sentono di potersi esprimere maggiormente da protagonisti, soddisfacendo il loro bisogno di apparire, mostrarsi, avere un pubblico di coetanei. Praticamente, costruiscono il loro essere “cittadini”, mettendo in gioco valori e principi morali, capacità di assumersi delle responsabilità e di avere un ruolo all’interno di un sistema sociale.

Un insegnante dovrebbe quindi prendere atto che i nuovi media toccano corde davvero importanti e rappresentano quindi un’opportunità unica per la loro crescita. Comprendere questo è alla base di qualsiasi azione educativa con i Nuovi Media e solo così sarà possibile inquadrare davvero i rischi, ed educare a un uso appropriato. E questo è qualcosa di più che regolarne l’utilizzo o cercare inutilmente di fare uscire di classe Internet e telefonini. Sarebbe (o… è) una battaglia persa!

Ricordo che i Nuovi Media sono spesso associati al problema della sicurezza per i più giovani. I rischi, ovviamente, esistono. Ma vanno affrontati senza allarmismi e compresi all’interno di una realtà dove, i ragazzi, mettono in gioco dinamiche affettive e comportamentali davvero importanti per la loro crescita. Ecco le principali situazioni che possono incontrare i ragazzi in rete:

  • esposizione a contenuti inadatti alla loro età;

  • contatti con adulti che vogliono conoscere e adescare minori;

  • diffusione di materiale che compromette la loro reputazione e non solo;

  • pubblicità o informazioni ingannevoli;

  • virus informatici in grado di infettare computer e cellulari;

  • rischio di molestie o maltrattamenti da coetanei, come nel cyberbullismo;

  • dipendenza da Internet/cellulare;

  • download di musica o film coperti da diritti d’autore;

E’ ovvio che i pericoli sono legati all’utilizzo che si fa del telefonino e di internet e al grado di maturità di chi li usa ed è altrettanto importante che insegnanti e genitori sappiano riconoscere l’atteggiamento di chi naviga e le condotte “a rischio” che possono mettere in atto. Ricordo, ad esempio, che è importante lo spazio che i giovani dedicano alla Rete: se nell’economia della giornata Internet o i videogiochi prevalgono a scapito di spazi di aggregazione concreti, di attività sociali, ecc.., significa che se ne sta facendo un utilizzo “sostitutivo” e non “integrativo”. Una situazione che aumenta la probabilità di tutta una serie di altre problematiche, dal cyberbullismo all’adescamento.

Lo stesso vale per il livello di maturazione: i ragazzi possono sapere tutto sulla Rete, ma se non hanno raggiunto il giusto grado di maturazione emotiva, non sono in grado di navigare autonomamente e in sicurezza. Se non sanno riconoscere e gestire le proprie emozioni, i divieti e le conoscenze cognitive non servono a nulla: si possono dimenticare in un attimo (per esempio durante uno scambio in chat particolarmente coinvolgente).

Un ragazzo o una ragazza possono navigare tranquillamente e in modo autonomo, quando sono in grado di riconoscere, prevenire e agire in caso di rischio. Ma anche quando sanno prendere il meglio dalla rete. Per raggiungere questo livello, è necessario acquisire alcune competenze, che si muovono almeno in tre ambiti:

1) conoscenze tecniche: devono avere dimestichezza e conoscenza “cognitiva” di tutte le potenzialità e le implicazioni della rete. Ad esempio: che significa postare un’immagine, che cos’è il cyberbullismo, come rispettare la privacy, come si può essere adescati in una chat, cos’è il diritto d’autore, e via dicendo.

2) competenze emotive e relazionali: internet è come un piazza, fatta di relazioni, incontri, persone. I ragazzi devono saper gestire con lucidità gli eventi e i rapporti che si sviluppano in un ambiente del genere, riconoscendo e sapendo esprimere in modo appropriato le proprie emozioni. Devono essere consapevoli di poter essere turbati da certe immagini, subire il fascino di un incontro, o di potersi sentire feriti per un messaggio ricevuto.

3) equilibrio con la vita “reale”: un altro aspetto fondamentale, è la capacità di saper gestire con equilibrio lo spazio che si dedica, a Internet e alle nuove tecnologie nell’economia della giornata. Senza compromettere attività concrete e cadere nell’utilizzo “sostitutivo”. Le Rete non può soddisfare bisogni che andrebbero soddisfatti in altro modo e trovare risposta nella vita “reale”.

Tutto ciò, rende evidente il ruolo chiave degli adulti di riferimento: i genitori, ma anche gli insegnanti, per accompagnare i giovani all’utilizzo sicuro, consapevole e responsabile e per raccogliere la nuova sfida educativa che i Nuovi Media hanno lanciato.

La scuola è spesso chiamata in causa come luogo dove i giovani utilizzano i Nuovi Media in modo inappropriato: telefonini accesi durante le lezioni, video su YouTube per testimoniare atti trasgressivi, cyberbullismo tra compagni, scatti fotografici che non rispettano la privacy. Ma, oltre a questi comportamenti negativi, è evidente come i Nuovi Media vengono usati spesso per studiare, fare ricerche, scambiare informazioni. In questo caso svolgano un ruolo fondamentale nella vita sociale della scuola. Ed è in quest’ottica che l’insegnante deve “far scoprire” queste tecnologie ai ragazzi. La scuola può e deve svolgere un ruolo strategico nell’orientare i giovani verso un comportamento positivo e responsabile di Internet e dei cellulari.

Ed è in questa veste che il blog FaccIamoSCUOLA cerca di muoversi. Stimolando e incoraggiando i ragazzi ad utilizzare la parte “importante” della rete. Quella che consente di cercare informazioni, confrontarle, provare a valutarle. Quella che ci consente di produrre nostri elaborati ricordando sempre che uno scritto, un video, una foto, un brano musicale, anche se disponibile per tutti, appartiene ad un autore. Dietro una poesia, un saggio, una foto, un video, una canzone, c’è una persona e, se utilizziamo il suo lavoro (purché ci sia concesso di farlo senza violare i diritti d’autore) dobbiamo sempre indicarne la paternità.

In conclusione possiamo dire che le tecnologie possono essere usate per la promozione del senso critico (chiaramente da raggiungere alla fine di un cammino che può durare diversi anni) e per la “creazione” di uno spettatore/utente/navigante attivo, autonomo e creativo nel suo rapporto con i media, in grado di decifrarne i messaggi e di utilizzarli secondo una propria visione e utilità.

Ed è in questo contesto che il docente utilizzerà i media per insegnare, usandoli come strumenti, attingendo da essi i contenuti necessari ad implementare la propria lezione per renderla più ricca, “meno tradizionale” e, al tempo stesso, legata al futuro di questi “nuovi studenti”… nativi digitali. L’ambiente multimediale affiancherà il libro e aiuterà con nuovi stimoli il percorso di apprendimento che, ormai, non può più basarsi solo sulla classica “lezione frontale” . Vi sarà così un ambiente nuovo e differente che avvicinerà docenti e ragazzi nei contenuti, nel linguaggio, negli strumenti a disposizione. Un contesto formativo basato sulla creatività, sull’autonomia e sulle competenze tecniche, che incide anche sul rapporto che i ragazzi hanno con la scuola.

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SICUREZZA GENITORI INSEGNANTIultima modifica: 2013-09-07T23:49:00+02:00da facciamoscuola